Quando si decide dova andare, automaticamente, si restringe di molto il campo delle cose da metter in valigia (ad esempio: crociera estiva in grecia = no tuta da sci). Per un beffardo contrappasso, però, si apre il ventaglio della casistica specifica.
In una crociera bisogna considerare che fa caldo, ma potrebbe fare freddo; si scende per fare escursioni, quindi occorre un abbigliamento pratico, ma la vita di bordo è giocosamente chic, quindi ci vuole un abbigliamento formale. Questo comporta un poker di scarpe basse, morbide e resistenti e una scala quaranta di tacchi, sabot, sandali e decolletè, cui occorre abbinare una borsa.
E' questa la spirale che porta ad avere con sè una valigia grande come un sarcofago, perchè scatta il meccanismo per il quale "se indosso un bel vestito e delle belle scarpe, mica posso accompagnarli con una borsa sciatta", e conseguentemente "mica posso vestirmi bene ed essere trasandata". Il che fa sì che il beauty case sia colmo di cosmetici, creme, strisce depilatorie (come se una in crociera si mettesse a scerettarsi le gambe), profumi, lacche, gel per capelli, pinzette per le sopracciglia, lime, smalti e affini.
Di questo passo, in un battibaleno la valigia è piena, e ancora non vi si è messo dentro tutto.
Naturalmente, il 40% di queste cose viene riportato a casa vergine ed inutilizzato. Del restante 60% delle cose di cui si è fruito, il 20% è stato usato solo sulla scia del "già che me lo sono portato...".
Per un uomo è diverso.
Un uomo si porta: 1 paio di pantaloni sportivi (+ quelli che ha indosso), 8 fra polo e t-shirts, 2 camicie (in realtà una basterebbe, ma è previdente, metti che una si macchi), un completo da ufficio che spaccia per completo elegante, una cravatta (brutta), un paio di scarpe da ufficio, un paio di scarpe da ginnastica (indossa già i mocassini da barca). Più biancheria, necessaire da barba e chiavi della macchina. Mio marito nemmeno quelle, perchè siamo andati alla stazione marittima a piedi.
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