"Grab your tickets and your suitcase", dicevo, citando Bruce, poco prima di partire, esaltatissima dall'avventura dublinese già pronta a sfidare la malasorte per Bruce, pronta a gettarmi nel fuoco per lui e a scontrarmi con contrattempi da aeroporto, inconvenienti da ostello, code interminabili, acquazzoni irlandesi e fans italiani, che avrebbero messo a dura prova la mia resistenza in cambio di materiale per il blog a mazzi.
Invece no, il solo intoppo è che è filato tutto talmente liscio che non ho praticamente nulla da raccontare per riderci su.
Ad esempio, il volo della partenza avrebbe potuto essere funestato dalla mia psicosi, ma il fortuito incontro con Holly me lo ha fatto trascorrere nel totochicca più sfrenato.
L'ostello poteva essere scomodo o sporco, invece no; il tempo poteva essere brutto, invece il sole splendeva; il cibo poteva essere sgradevole, invece c'erano schifezze di tutti i tipi nelle quali sguazzare; potevamo non incontrare gli amici, invece siamo riusciti a vedere tutti (c'era più gente che conoscevamo a Dublino in questo fine settimana, che a Trieste); potevamo annoiarci con loro, invece ci siamo divertiti da matti.
Insomma il weekend perfetto, se non si considerano i concerti.
Già, perchè anche i concerti sono stati eccezionali.
Venerdì sera Bruce è entusiasta di essere lì e ce lo dimostra lasciandosi molto andare, e regalandoci perle come Trapped, che peraltro Holly e io avevamo chiamato (certo, le abbiamo chiamate tutte, facile, direte voi). La scaletta è da antologia e mi manda via con la sensazione di aver assistito al concerto più bello.
Domenica sera assistiamo allo show perfetto.
Praticamente tutto quello che il fan-medio (se esiste un fan medio) può desiderare di vedere dal vivo almeno una volta nella vita è stato suonato ieri sera, con un trasporto e un'energia che è limitativo descrivere. Se siete abbastanza fan da aver letto la scaletta, sapete cosa vi siete persi, e io non rigirerò il coltello nella piaga. Se non lo siete, è inutile cercare di farvi capire, ma diciamo che abbiamo vissuto l'equivalente musicale, dal punto di vista emotivo, di "Italia-Germania ,4-3".
Dunque, dove sta il problema?
Che c'è che non va in tutto questo?
C'è che oramai abbiamo visto quanto di meglio potessimo desiderare, abbiamo ricevuto più di quello che avremmo osato chiedere.
Dopo questo ultimo, perfetto, definitivo e irripetibile "Live in Dublin", tutto il resto sembrerà solo uno show "Du Belin"
PS: anche se amo solo Springsteen e di nuovo ho occhi solo per lui a seguito dei recenti, sconvolgenti accadimenti, volevo dire a Tom Waits che non dimentico cosa ha significato per me, e che non pensi che verrà lasciato in pace. Il 17 Luglio io ci sarò.
Invece no, il solo intoppo è che è filato tutto talmente liscio che non ho praticamente nulla da raccontare per riderci su.
Ad esempio, il volo della partenza avrebbe potuto essere funestato dalla mia psicosi, ma il fortuito incontro con Holly me lo ha fatto trascorrere nel totochicca più sfrenato.
L'ostello poteva essere scomodo o sporco, invece no; il tempo poteva essere brutto, invece il sole splendeva; il cibo poteva essere sgradevole, invece c'erano schifezze di tutti i tipi nelle quali sguazzare; potevamo non incontrare gli amici, invece siamo riusciti a vedere tutti (c'era più gente che conoscevamo a Dublino in questo fine settimana, che a Trieste); potevamo annoiarci con loro, invece ci siamo divertiti da matti.
Insomma il weekend perfetto, se non si considerano i concerti.
Già, perchè anche i concerti sono stati eccezionali.
Venerdì sera Bruce è entusiasta di essere lì e ce lo dimostra lasciandosi molto andare, e regalandoci perle come Trapped, che peraltro Holly e io avevamo chiamato (certo, le abbiamo chiamate tutte, facile, direte voi). La scaletta è da antologia e mi manda via con la sensazione di aver assistito al concerto più bello.
Domenica sera assistiamo allo show perfetto.
Praticamente tutto quello che il fan-medio (se esiste un fan medio) può desiderare di vedere dal vivo almeno una volta nella vita è stato suonato ieri sera, con un trasporto e un'energia che è limitativo descrivere. Se siete abbastanza fan da aver letto la scaletta, sapete cosa vi siete persi, e io non rigirerò il coltello nella piaga. Se non lo siete, è inutile cercare di farvi capire, ma diciamo che abbiamo vissuto l'equivalente musicale, dal punto di vista emotivo, di "Italia-Germania ,4-3".
Dunque, dove sta il problema?
Che c'è che non va in tutto questo?
C'è che oramai abbiamo visto quanto di meglio potessimo desiderare, abbiamo ricevuto più di quello che avremmo osato chiedere.
Dopo questo ultimo, perfetto, definitivo e irripetibile "Live in Dublin", tutto il resto sembrerà solo uno show "Du Belin"
PS: anche se amo solo Springsteen e di nuovo ho occhi solo per lui a seguito dei recenti, sconvolgenti accadimenti, volevo dire a Tom Waits che non dimentico cosa ha significato per me, e che non pensi che verrà lasciato in pace. Il 17 Luglio io ci sarò.
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