venerdì 24 ottobre 2008

[Giovedì, 10 Maggio 2007] Corfù

Giovedì, 10 Maggio 2007

A parte la modalità consuetamente estenuante e con cui l'isola è stata raggiunta, devo dire che è la meta che più mi ha colpita.
Mi aspettavo casette bianche e chiese dalle cupolotte turchesi, contadini che cercano di riparare la propria pelle dal sole nascondendola nelle rughe, strade lastricate di stallatico, come era stato fin'ora nella mia esperienza di tutta quella Grecia che non fosse Atene, ed ecco che si apre al mio sguardo un panorama vacanziero e civile, di giardini pubblici, decapottabili, adolescenti a manina in infradito, bambini che brandiscono coni gelato come spade laser, gnocche al bar e celluliti in spiaggia.
In un paesaggio tipico costiero di rocce e sole, immerso in un mare di un azzurro letterario e profumato di pitosfori.
Fu anche il giorno in cui gioii del fatto che la mia allergia al pitosforo  se ne fosse misteriosamente - così come più di dieci anni prima era venuta - andata.
Erano ancora lontani i tempi in cui avrei scoperto di essere allergica agli ippocastani.

Ora: se hai trascorso i primi 24 anni della tua vita a Genova con conseguenti e frequenti puntate in Riviera, se hai trascorso le vacanze estive dal 1988 al 2003 sul lago di Garda e se a 25 anni ti sei trasferita e Trieste, sostituendo Recco con Rovigno e Portofino con Parenzo, va da sè che il paesaggio marino non ti sconvolge come un tornado. Quantomeno doresti esserci un pelino più abituata di pensionato che non è mai uscito da Padova, se non per qualche sortita al mercato di Camisano.
Capite quindi quanto dev'essere perfetta la bellezza rivierasca dell'isola, per avermi così impressionata.


L'escursione a Corfù prevedeva, fra l'altro, l'arrivo in pullman ad un monastero ortodosso, dove Dio manifestò la sua grandezza mostrando la quintessenza del Creato nella perfezione di un gattino nero e bianco che passava in rassegna i gitanti, impettito e col mento alzato, all'ombra di un vaso di basilico.
Quindi il ritorno alla città ai piedi della collina (con relativa ammirazione delle spiagge e la richiesta di qualche escursionista di perdere il già poco tempo andando al mare) e un po' di tempo per l'aquisto di souvenir
Essa non è più la mia pratica preferita, ma indugio sempre volentieri a cercare un ricordo del viaggio, non importa se si può trovare la stessa cosa anche alla stazione di Milano: io l'ho comprato a Corfù, e a me questo basta.
Ad ogni modo prendemmo una bottiglia di Kumquat, il liquore arancione come me che si presume essere estratto dagli omonimi agrumi.
Non è una ricercatezza, ma è piacevole...se bevete il limoncello, la crema al whisky, e il liquore di liquirizia, potete bere anche il kumquat.
Se marciate a Laphroaig, fate finta che non abbia detto niente

Ad ogni modo, la granita alla fragola era buona

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