venerdì 21 novembre 2008

Corse a Venezia

Non c'era neanche la nebbia.
Non avevo proprio scuse, dopo più di una settimana di pioggia, come tradizione "La Venezia" si è svolta sotto un sole tiepido e vivace, che a metà mattina si è fatto sfacciato e a mezzogiorno rompeva già i coglioni.
Tralascio la descrizione del viaggio in treno con una classe del Classico del Petrarca e le loro peripezie per recuperare la solita che si è addormentata e sta viaggiando sul treno seguente [e a momenti ci supera, col ritardo accumulato] e quella del tragitto Santa Lucia - Arsenale.
Venezia deserta al mattino è come trombare a diciott'anni: bello da morire, è che non dura niente.
La palestra è un cevapcicio, nel senso che è un miscuglio di carni di dubbia provenienza: intravedo una schiena ungherese, una coscia scozzese, un po' di pance italiane, qualche piede austriaco, una chiappa spagnola [niente di che] e - wow! - è un gomito Australiano, quello che mi si è appena infilato sotto un'ascella?!?
Non aveva altro di meglio da fare, che venire dall'Australia a rompere le balle a me?

Usciamo all'aperto bardati per la gara:
Larry: fuseax a  tre quarti modello "stamaleatutte", t-shirt in materiale ultratecnico [puzza subito, mi sa che è merce per le gare di atletica indoor, per tramortire gli avversari], coda di cavallo alla Mimì Ayuara, scarpa sfondata assolutamente inadatta alla corsa, ma "è nera, le altre ci stanno male". Manifesta i sintomi del congelamento dopo 55 secondi di esposizione all'aria.
Zzi: braghine corte tipo basket anni Ottanta, che io sappia, risalenti agli anni Ottanta, maglietta "traforata" [nel senso che ha talmente tanti buchi che sembra uscita dall'armadio di George Michael, invece è solo vecchia], scarpe adatte ad affrontare le Ande. Calzature a parte, è praticamente nudo.
Non sente neanche un po' freschino, ma per venire incontro alle esigenze della consorte, facciamo un po' di corsetta di riscaldamento. 
Arrivo alla partenza praticamente sfinita.

La gara è quello che è: per i commenti sul tracciato, la difficoltà, le opzioni di scelta, il percorso e le condizioni di gara, andate a cercarvi un blog di orienteering. Sul blog di Zzi trovate un po' di link appropriati.
Per quel che mi riguarda, arrivo ultima e mi sembra di aver compiuto l'impresa del secolo.
Un anno e mezzo fa non ero in grado di correre per due minuti [nel senso stretto di centoventi secondi] di seguito, domenica scorsa ho corso per un'ora e tre quarti [troppo, ma comunque entro il tempo massimo di gara], per circa nove chilometri, con continue fermate e ripartenze, schivando la gente, su e giù dai ponti. Per giunta, l'ho fatto senza allenarmi da un po', in sovrappeso e con il corpo intossicato da tutte quelle deliziose schifezze che non avrei dovuto mangiare [almeno, non in siffatte quantità nelle due settimane precedenti alla gara].

Come ha osservato Zzi: la categoria più alta di una delle "centro storico" più prestigiose del circuito è alla mia portata.

Non fraintendete, non era un complimento. Ha già un programma di allenamento e una dieta pre-gara: era proprio una minaccia.

 

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